Una donna, una imprenditrice

Si chiama Daniela*, imprenditrice. Desidera un affiancamento in azienda e dopo alcuni mesi di lavoro questo è il suo feedback.

Caro Matteo, tu lo sai, io ero davvero prevenuta sul coaching e sulla consulenza aziendale in genere.

Eppure ho deciso di chiamarti, perché l’azienda aveva problemi così grossi che non potevo più nascondere la classica polvere sotto il tappeto. Dopo che hai osservato il nostro modo di lavorare mi hai detto che il fulcro del problema era la comunicazione.

Io, lo ammetto, ci sono rimasta davvero male. Te lo dico: pensavo che se c’era qualcosa sui cui potevo puntare era il mio rapporto con i miei dipendenti. Quello che non capivo è che era un rapporto completamente sbagliato.

Fare la madre indulgente sul posto di lavoro non paga, ora l’ho capito. Ti ringrazio perché finalmente ho capito che senza farmi rispettare sul serio, potevo al massimo essere appunto una “madre” o al massimo “il capo che rompe” e non un vero leader e una imprenditrice con gli attributi.

Finalmente ora, con sforzo ma con enorme soddisfazione, sto imponendo una tabella di marcia precisa, con date, orari, scadenze e obiettivi.

Non ho eliminato la cordialità e i momenti di pausa e relax tra colleghi, sarebbe sbagliato, ma ora mi faccio rispettare perché riesco a comunicare con precisione quello che desidero per il futuro di questa azienda.

Ora nessuno si può più giustificare con scuse tipo “boss ma non mi avevi detto che il lavoro era per oggi…”.

Essere una donna, sul lavoro, non significa farsi mettere i piedi in testa. Sto ritrovando l’orgoglio di essere un leader e una imprenditrice e riuscire a comunicare in maniera efficace e precisa mi sta aiutando molto.

Sento più rispetto, più voglia di crescere tutti assieme e sono felice, anche se, come dici tu, il percorso di crescita non finisce mai.

*Daniela è un nome di fantasia per tutelare la privacy.

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